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5150 e la chitarra canta Van Halen docet

Sono sempre stato un grande appassionato di musica, in particolar modo per il rock in tutte le sue forme, da quello più soft a quello più estremo, da lì anche il mio amore e  avvicinamento alla chitarra. Di tanto in tanto faccio un gran "giro" musicale, cioè prendo una band o un'artista e mi riascolto tutta la discografia completa. Spotify o Youtube per questo sono davvero utili ed economici.
Questo metodo è molto interessante, oltre a far ripercorre l'intera carriera artistica, si scoprono tantissime curiosità e le evoluzioni nel tempo, così come riscoprire i dischi belli e quelli brutti. In poche parole, è un esercizio che consiglio a tutti da fare di tanto in tanto, soprattutto per gli artisti o band preferite. Perché in fondo siamo portati ad ascoltare i nostri brani preferiti o quelli puù noti e magari ci sono perle nascoste dietro l'angolo che non ricordiamo più.


Come detto in precedenza adoro la musica rock, e uno delle mie band preferite sono sicuramente i VAN HALEN, gruppo nato negli anni 70 dai fratelli olandesi Edward e Alex Van Halen.
Come molti sapranno Edward meglio conosciuto come Eddie Van Halen è uno dei chitarristi più influenti nella scena rock ancora oggi, probabilmente dopo Jimi Hendrix è colui che ha messo un segno indelebile per quanto riguarda la chitarra elettrica moderna. E' stato un innovatore in tutto, la sua trasversalità musicale, una capacità brillante di interpretare i più svariati generi e stili musicali. La sua tecnica chitarristica sopraffina ma al contempo potentissima, ancora oggi copiata e utilizzata da moltissimi "discepoli chitarrai". La grande capacità di "fare il suono Van Halen", modificandosi più o meno, per caso o per volontà, tutta la strumentazione da solo, dalle chitarre agli amplificatori. E non ultimo la performance live, certamente atletico e colorato, racchiuso in una parola spettacolare.

Fatta questa breve anteprima su una figura iconica del rock'n'roll, ho ripercorso tutta la discografia dei VAN HALEN diverse volte.

Il primo album del 1978 "VAN HALEN" è stata una pietra miliare. Hanno subito raggiunto il top con brani incredibili e indimenticabili, Eddie alla chitarra il fratello Alex alla batteria, il bassista Michael Anthony e il mitico cantante David Lee Roth, hanno realizzato un vero e proprio capolavoro.
Anche se i fan più fedeli e attenti conoscono il catalogo completo a memoria. Io vi segnalerò un mio riassunto di brani meno "famosi" dei loro successi, ma degni da riscoprire e riascoltare, come le ultime tre canzoni dell'album omonimo, la rockeggiante "LITTLE DREAMER" o il blues elettrico/acustico "ICE CREAM MAN" e "ON FIRE" la più metal del disco.

Nel 1979 arriva "VAN HALEN II", dove segnalo "OUTTA LOVE AGAIN" e la spettacolare "SPANISH FLY" un minuto dove un superlativo Van Halen si concede alla chitarra classica.

Siamo al terzo disco nel 1980 "WOMAN AND CHILDREN FIRST", Subito il sapore trash di "LOSS OF CONTROL" e l'elettro/acustica "TAKE YOUR WHISKEY HOME" e ovviamente l'acustica blues/country tutta slide guitar "COULD THIS BE MAGIC?".

1981 "FAIR WARNING" quarto album della band americana. La prima da ascoltare è "SINNER'S SWING!", un po’ di progressive style con "PUSH COMES TO SHOVE" e lo sperimentale "SUNDAY AFTERNOON IN THE PARK" e "ONE FOOT OUT THE DOOR".

1982 "DIVER DOWN" l'album noto per la copertina rossa con la fascia bianca e per la cover di "(OH)PRETTY WOMAN" va certamente ascoltata "CATHEDRAL" la strumentale di chitarra, "LITTLE GUITARS", il charleston "BIG BAD BILL" e il vocal finale "HAPPY TRAILS". In questi ultimi brani si può verificare e assaporare l'effettivo talento camaleontico della band californiana.

Arriviamo all'84 con l'album “1984”, il disco con il brano che forse li ha portati a essere conosciuti in ogni angolo del pianeta "JUMP".  Chiaramente l'intro "1984" e "TOP JIMMY" non possono essere tralasciati.

Eccoci al 1986 con "5150" con il primo cambio di voce, arriva Sammy Hagar dietro al microfono. Come non ascoltare la titletrack "5150" e "INSIDE".

Ottavo album in studio per i Van Halen è "OU812" siamo nel 1988,  da non perdere "SOURCE OF INFECTION","FINISH WHAT YA STARTED" e un blues molto Mississippi style "A APOLITICAL BLUES".

1991 arriva "FOR UNLAWFUL CARNAL KNOWLEDGE", da ascoltare "THE DREAM IS OVER" e la strumentale "316" assolutissimamente.

1995 il decimo album "BALANCE". La prima song da tenere in considerazione è il tiratissimo rock'n'roll "BIG FAT MONEY", "STRUNG OUT" e "BALUCHITERIUM".

Nuovo cambio dietro l'asta del microfono nel 1998 per l'album "VAN HALEN III" arriva il cantante degli EXTREME Gary Cherone. Si parte con la strumentale acustica "NEWWORLD" per poi proseguire con "FROM AFAR", "YEAR TO THE DAY" e per finire la particolare "HOW MANY SAY I" cantata da Eddie Van Halen.

In fine c'è il ritorno di David Lee Roth nel 2012 con l'album "A DIFFERENT KIND OF TRUTH". Lo storico bassista Michael Anthony viene sostituito dal figlio di Eddie Wolfgang Van Halen, e si parte con la seconda traccia “SHE’S THE WOMAN” è molto interessante, poi “STAY FROSTY” “BEATS WORKIN’”.

Siamo nel 2019 in attesa che la storia musicale dei VAN HALEN continui, magari con la formazione originale, tanto cara ai più nostalgici, E che Eddie ci spacchi ancora un po’ le orecchie con la sua chitarra.
ROCK ON!

E' utopico parlare di utopìa

Sarebbe bello, ma è impossibile realizzarlo. Ideale ma irranggiungibile? Magari si potesse ma è assolutamente UTOPICO.
Ho sentito spesso questo mood, poi mi sono chiesto ma è utopico rispetto a qualcosa o qualcuno, alla volontà dell'essere umano? Utopico perché non raccoglie la volontà assoluta. Quindi non impossibile ma casomai il contrario se c'è la volontà.
In tanti campi si è raggiunto un risultato che per anni sembrava un sogno proibitivo, eppure si è realizzato.

Quindi in realtà l'utopìa non esiste o è un invenzione per giustificare la non volontà di arrivare allo scopo? E se invece esiste, coloro che persistono inseguendo il sogno, stanno perdendo solo del tempo? In fondo se è impossibile perché farlo? Probabilmente era una domanda da fare a Marzullo in tarda notte magari dopo una birra.

Alla fine se l'utopìa è una visione ideale dell'uomo verso una "situazione", vuol dire che molto probabilmente è assolutamente realizzabile, visto che ci ha pensato lui, quindi ricade nelle sue conoscenze reali o teoriche e conseguentemente ha la "capacità" di realizzazione dell'opera. 
Forse l'uomo è solo nemico di se stesso, e si evolve autodistruggendosi, che non vuol essere necessariamente una critica ma solo un dato di fatto? Troppe domande in un post solo!